A quella fatidica e ripetitiva frase – “Non dimenticate di pregare per me” – oggi Papa Francesco nel giorno del suo 10° anniversario di pontificato aggiunge quest’altra frase capace di entrare dentro l’anima di tutti noi – “Regalatemi la pace del mondo”. Semplice, tenero, umano, Francesco è il primo Papa Gesuita che ha cambiato la chiesa. Da quella sera del 13 marzo 2013 in cui il cardinale argentino, arcivescovo di Buenos Aires, si affacciò sulla loggia centrale della facciata della Basilica di San Pietro, rivolse ai fedeli di tutto il mondo quel disarmante quanto dolcissimo “Buonasera”, tante cose sono cambiate. Disse di arrivare dall’altra parte del mondo, quasi a scusarsi di tanta lontananza dalla Chiesa Romana che lo aveva eletto e che in lui ha provocato persino una grande sorpresa. E oggi a distanza di 10 anni possiamo appurare che mai nessun Papa, così come Francesco, sia stato tanto amato e al contempo mal sopportato da tanti componenti della Chiesa stessa. Sì, perché nella sua naturalezza di Papa sempre attento al rispetto dei valori della vita e dei diritti sociali e umani che ben si conciliano con gli insegnamenti evangelici, Francesco procede a grandi passi verso una Chiesa più moderna, mai bigotta e legata a un passato tramontato. Una sorta di Fede in Dio che si compenetra sempre in un fatto di coscienza del bene, tenendo sempre conto di quelli che sono i veri bisogni dell’umanità. E’ come dire alla Chiesa di stare al passo coi tempi senza tuttavia fare atti di rivoluzione, ma con la ferma intenzione di unirsi nell’amore verso chi viene discriminato e talora pure allontanato come non fosse anch’egli un’anima di Dio. Tutto ciò nasce dall’umiltà di questo Papa che mostra tanta tenerezza fra i più fragili, per i bambini come per i vecchi, per chi soffre ed è oppresso da guerre fratricide. E’ la scomoda, grande bellezza di Francesco, il quale ispirandosi al Frate di Assisi si spoglia di tutto per darsi ai poveri. E’ il Papa tenero e forte, capace di portare avanti le sue idee con coraggio e senza mai voltarsi indietro per ascoltare coloro i quali vogliono porre delle insidie nel suo percorso fatto di tante idee da volere attuare. E anche oggi che si trova in una condizione fisica precaria per problemi di deambulazione, Francesco non molla e dice: “Starò al mio posto fino a quando mi accorgerò che la mia mente non si annebbierà”. E’ forte Papa Francesco ed è anche tenero quando sottovoce risponde a chi gli chiede cosa desideri di regalo per i suoi 10 anni di Pontificato: “La Pace nel Mondo”. Proprio come noi, come tutto il mondo che, nonostante tutto, all’atto pratico si gira ipocritamente dall’altra parte e si lascia abbindolare dai forti interessi economici derivanti dalle potenze mondiali, le quali badano alla costruzione e alla vendita delle armi. Tutto questo, mentre la tenera voce di Papa Francesco supplica la pace per l’Ucraina e si reca alle periferie del mondo, là dove i cattolici o anche le altre minoranze religiose non hanno voce, sono perseguitate e private dei più elementari diritti. 40 viaggi in dieci anni, dopo quella sera del 13 marzo 2013 in cui in punta di piedi si presentò al mondo, senza sapere che sarebbe stato il Papa che avrebbe conosciuto la guerra in un mondo moderno in cui il bene e il male continuano a rincorrersi, lasciando tracce di quell’umano sentire che si chiama VITA.
Salvino Cavallaro